adolescenti ai tempi del coronavirus

Adolescenti ai tempi del coronavirus

Gli adolescenti in questo periodo di pandemia si trovano a fronteggiare una complessa fase di vita, senza una parte degli strumenti che solitamente hanno nel loro zaino: gli amici, la scuola e lo sport. Lā€™adolescenza ĆØ un periodo importante di scoperta di se stessi e di sperimentazione. Ci si conosce allā€™interno delle relazioni, dei contesti nei quali siamo inseriti e sperimentando emozioni e nuove capacitĆ  giorno dopo giorno. Le restrizioni che questā€™anno abbiamo dovuto mettere in atto per fronteggiare la pandemia hanno ridotto il campo dā€™azione dei ragazzi, che si sono ritrovati a fare i conti con grandi limitazioni alla loro vita sociale e si sono immersi nello spazio della virtualitĆ .

Per capire quanto puĆ² essere complesso per un ragazzo o una ragazza dover gestire una quotidianitĆ  senza scuola, senza sport e senza la vicinanza degli amici, vediamo insieme quali sono gli elementi e i passaggi che solitamente caratterizzano lā€™adolescenza.In adolescenza lo sguardo si sposta dal dentro al fuori, mentre prima si dipendeva dalla famiglia che rimaneva il principale luogo di crescita e scoperta, in questa fase di vita lo sguardo si sposta sui coetanei. Il gruppo di amici diviene piĆ¹ rilevante di mamma e papĆ . LĆ  fuori, forte delle conoscenze acquisite in famiglia, lā€™adolescente inizia a mettersi alla prova e a relazionarsi con un ambiente diverso da quello protetto e sicuro della famiglia. Questo passaggio ĆØ fondamentale per capire chi sono e chi voglio essere.

ā€œCrescere e attraversare lā€™adolescenza significa fare i conti con due differenti idee di se stessi: il nostro sĆ© reale che ĆØ quello che ogni giorno ci portiamo appresso nelle nostre vite reali e il nostro sĆ© ideale, quello che invece teniamo nascosto dentro di noi  e che in ogni istante ci spinge a diventare ciĆ² che vorremmo essere. Si soffre molto in adolescenza, perchĆ© a volte la distanza tra il sĆ© reale ĆØ il sĆ© ideale ĆØ enorme.ā€(A.Pellai e B. Tamburini, 2021) . Si tenta di far coincidere o almeno avvicinare queste parti di sĆ©, ma in alcuni casi, il divario sembra incolmabile.Questo processo di ā€œindividuazioneā€, cioĆØ quel processo che mi porta a capire chi sono, rappresenta un obiettivo fase-specifico dellā€™adolescenza e puĆ² essere tortuoso e disseminato di ostacoli.  A volte gli altri, intorno a noi, complicano oltremodo tutto il processo. Possono farci sentire esclusi, giudicati, sbagliati, diversi, non allā€™altezza. Per individuarsi, ci si deve sentire prima di tutto accolti e appartenenti e talvolta questo sembra un lontano miraggio. Avere accanto gli amici puĆ² permetterci di condividere emozioni ed esperienze e ci aiuta a sentirci meno soli e meno ā€œstraniā€. 

Gli adolescenti di oggi, quando il mondo reale sembra diventare una trappola che tiene in stallo, possono provare a spiccare il volo nello spazio della virtualitĆ . Il lockdown ha aumentato esponenzialmente questa tendenza. LƬ, nel web, tutto puĆ² accadere. Il corpo non ĆØ piĆ¹ un ā€œingombroā€ che ci imbarazza e ci fa sentire insicuri. La timidezza viene lasciata in un cassetto. Nascosti dietro uno schermo, nulla sembra fare male per davvero. Ma cercarsi dentro uno spazio immateriale puĆ² essere la peggiore delle strategie per riuscire ad individuarsi. PerchĆ© il virtuale allontana dal principio di realtĆ  e trasforma sĆ© reale e sĆ© ideale in avatar con cui vorremmo far credere al mondo ciĆ² che non ĆØ credibile neppure per noi stessi.

Cā€™ĆØ bisogno di lasciare che i ragazzi affrontino questa complessa fase di vita lĆ  fuori, nel mondo reale, su un campo da calcio, tra i banchi di scuola, seduti sulle panchine di una parco. Uscire dalla confusione, individuarsi, diventare ciĆ² che si vuole essere: lā€™adolescenza chiede questo e per farlo cā€™ĆØ bisogno di sperimentarsi. Queste restrizioni presto verranno allentate, ci auguriamo, e dobbiamo chiedere ai ragazzi un ultimo sforzo in attesa di quel giorno.  Dal canto nostro forse dovremmo cercare di costruire, con i mezzi che abbiamo a disposizione, una quotidianitĆ  che non significhi isolamento e senso di vuoto, ma che permetta ai ragazzi di vedere qualche amico o amica in carne ed ossa, specialmente quando le scuole sono chiuse e con loro anche le palestre.

Giulia Giampellegrini

Dottoressa Giulia Giampellegrini- Psicoterapeuta

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