Come psicoterapeuta mi trovo spesso a dover affrontare condizioni psicologiche collegate a disturbi psicosomatici e malattie organiche gravi, caratterizzate da dolore cronico. I pazienti con tale condizione debilitante giungono di solito tardivamente all’osservazione del professionista della salute mentale, generalmente quando hanno già alle spalle un lungo e articolato percorso medico-diagnostico. Il dolore può rappresentare un trauma di per sé e comportare un impatto pesante nella vita dei pazienti a molti livelli ostacolando la possibilità di contattare ed elaborare le condizioni traumatiche ed emotive ad esso collegate.
La fibromialgia è una sindrome dolorosa cronica ad eziologia sconosciuta, fortemente correlata alle reazioni adattive allo stress, caratterizzata da un dolore muscolo-scheletrico diffuso continuo da almeno tre mesi e dalla presenza di punti algogeni (tender-points) in corrispondenza di specifiche sedi tendinee e muscoloscheletriche e da una varietà di sintomi clinici d’accompagnamento. È una sindrome che colpisce prevalentemente le donne e che viene classificata tra le sindromi da sensibilizzazione centrale del dolore. Le variabili personali di vita, di vissuto e i fattori trigger ambientali influenzano notevolmente l’espressione della malattia.
I principali sintomi fisici della malattia sono:
- dolore cronico diffuso su tutto il corpo
- affaticamento e senso di stanchezza
- cefalea e dolore al volto
- rigidità motoria, soprattutto al risveglio o dopo periodi prolungati di immobilità
- sensazione di gonfiore, in particolare alle dita delle mani
- formicolii o trafitture di aghi localizzati agli arti, alle mani o al tronco
- eccessiva sensibilità alle stimolazioni esterne
- sintomi pseudo-allergici
- disturbi gastrointestinali e/o genito urinari
- disfunzioni sessuali
- vulvodinia (dolori durante il rapporto sessuale)
- disturbi del sonno
- disturbi cognitivi, come difficoltà di concentrazione e di attenzione o perdita di memoria.
I principali sintomi psicologici sono:
- ansia
- depressione
- emozioni negative, quali rabbia, paura e senso di frustrazione
- stress
- difficoltà relazionali
- difficoltà lavorative
- disturbo post traumatico da stress – PTSD
Gli studi nel campo della psico-neuroimmunoendocrinologia hanno evidenziato come il trauma attivi il sistema di risposta infiammatoria e sia spesso causa di alterazioni nel funzionamento di strutture neuroendocrine e del sistema nervoso centrale.
Nel trattamento di questa sindrome, si è dimostrato efficace nel ridurre il dolore il trattamento mediante l’approccio EMDR. L’EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing (desenzibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), è un metodo psicoterapico strutturato che viene utilizzato per il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia a eventi traumatici sia a esperienze più comuni, ma comunque emotivamente stressanti.
Nel corso della terapia EMDR, grazie alla stimolazione oculare bilaterale, si migliora la connessione e la comunicazione tra gli emisferi cerebrali e l’integrazione a livello corticale delle esperienze traumatiche. L’EMDR consente una desensibilizzazione rapida dei ricordi traumatici e una ristrutturazione cognitiva, che porta ad una riduzione significativa dei sintomi del paziente (disagio emotivo, riduzione del dolore, pensieri intrusivi, flashback, incubi). Si basa sul Modello dell’Elaborazione Adattiva dell’Informazione, secondo il quale in tutti gli esseri umani esiste una innata capacità di guarire dalle ferite emotive esattamente come da quelle fisiche (Tendenza innata all’autoguarigione). All’interno di ognuno di noi sembra esserci un equilibrio neurologico che permette di andare verso una risoluzione adattiva. Vi sono tuttavia esperienze così traumatiche che possono squilibrare questo sistema. In tal modo, l’informazione acquisita al momento dell’impatto, incluse le immagini, i suoni, le emozioni e le sensazioni fisiche, viene immagazzinata a livello neurologico nel suo stato disturbante. È come se il cervello registrasse i momenti traumatici e li immagazzinasse insieme alla sensazione dolorosa, suscitando il vissuto doloroso dell’evento spiacevole che si prova nel presente. Può succedere così che i ricordi traumatici, conservati nella memoria nella loro forma originale, continuino ad essere innescati da stimoli esterni. Scopo dell’EMDR è di ripristinare l’equilibrio neurologico, cosicché l’informazione possa essere elaborata verso una risoluzione adattiva. I movimenti oculari o comunque la stimolazione bilaterale alternata, usati nell’EMDR, riattivano e riequilibrano il sistema di elaborazione dell’informazione riportandolo verso una risoluzione adattiva. L’EMDR è una metodologia completa, versatile e molto veloce attraverso la quale è possibile lavorare direttamente sul dolore associato alla fibromialgia. Quando una persona vive un trauma psicologico, avviene uno squilibrio nel sistema nervoso e ciò fa sì che l’informazione acquisita al momento del trauma, comprese le immagini, i suoni, le sensazioni fisiche, vengano conservati a livello neurologico in uno stato disturbante. L’EMDR, invece, con i movimenti oculari, innesca un meccanismo che riattiva l’elaborazione dell’informazione e questo consente di raggiungere una sorta di autoguarigione psicologica. A seguito di una terapia di EMDR, infatti, le immagini, le emozioni e le cognizioni negative risultano più sfocate e meno disturbanti. Ciò può favorire anche per i disturbi organici quali la fibromialgia la possibilità di rielaborazione di tutti i fattori che causano stress, siano essi attuali (il dolore, l’insonnia, ecc.) o legati a situazioni passate (incidenti, abusi, lutti, separazioni, altre malattie, ecc.), o relativi a preoccupazioni e paure per il futuro e fornire risposte più adattive.
Il percorso terapeutico mirato per la fibromialgia si articola in un ciclo di sedute con lo scopo di ridurre il dolore e i sintomi associati tradizionalmente alla malattia. Sono previsti alcuni colloqui di valutazione diagnostica (almeno due) con l’eventuale somministrazione di test per definire ed impostare l’intervento; gli incontri successivi sono dedicati alle sedute vere e proprie di EMDR sul dolore ed eventualmente su altri aspetti emersi durante la valutazione. Al termine del percorso è prevista una rivalutazione del dolore ed un monitoraggio ad alcuni mesi dalla fine dell’intervento.
Dott.ssa Elisa Piovani- Psicoterapeuta Studio Itaca